Il cuoco nuovo

Il cuoco nuovo

Da qualche tempo rifletto sul mio lavoro di cuoco e tra i mille pensieri c’è una domanda che ricorre sovente: è possibile cucinare in maniera diversa?

Ho conosciuto moltissime persone, nei tanti anni di lavoro alle mie spalle. Ognuna di queste persone portava con sé esperienze uniche, frutto di percorsi di vita e di formazione diversissimi e allo stesso tempo punti di partenza di progetti e idee sul futuro. Alcuni di loro mi hanno anche proposto di collaborare insieme. Ho sempre rifiutato, perché mi sembrava che fossero alieni dal mio mondo, troppo lontani dal mio quotidiano: “Il cuoco deve essere un cuoco” era la mia risposta preferita; “un cuoco si forma in un solo luogo, in cucina” era la mia intima convinzione.

Con il tempo, ho imparato a smussare questo pensiero: è vero, non tutti possono essere cuochi ai fornelli ma tutti possono avvicinarsi al cibo. Ho iniziato a fantasticare sul fatto che il cuoco non ha affatto una personalità unica e oggi penso che in lui siano racchiuse tante anime, che lo rendono una creatura “nuova”, forgiata grazie al lavoro e all’eccellenza di chi lo circonda.

Così, se oggi un architetto mi proponesse di collaborare insieme, io gli farei immaginare nuovi ambienti nel mio ristorante, ridefinirei con lui gli spazi del lavoro, ripenserei le geometrie di ogni singolo piatto.

Se avessi al mio fianco un ingegnere, gli chiederei di progettare una nuova tecnologia per rendere migliore la qualità di vita nella mia cucina.

Se alla porta della mia cucina bussasse un agricoltore, cercherei con lui la via per produrre un ortaggio unico con cui impreziosire uno dei miei piatti.

Se mi avvicinasse uno scrittore, gli chiederei di fermare con le sue parole le sensazioni che si sprigionano dai piatti, esattamente come domanderei a un fotografo di fermare l’attimo di un emozione.

Tante professioni, un unico denominatore comune: la cucina. Mani e idee, cioè, al servizio di un modo nuovo di comporre un piatto, a fianco e insieme al cuoco, che ne è alla fine solo l’esecutore materiale, o meglio colui che nel piatto sintetizza l’essenza di un lavoro poliedrico e comune. È il cuoco che lega i saperi ai sapori, che connette mestieri e abilità, che detta la linea del progresso tecnologico o chimico dopo essersi a sua volta arricchito con l’apporto dei traguardi altrui. È il cuoco, sono i cuochi, a disegnare un cambiamento nel processo creativo legato al mondo della cucina, grazie a un lavoro condiviso. Perché l’ambizione a crescere e migliorare passa inevitabilmente attraverso l’apertura, la conoscenza del diverso, le culture altre che insieme arricchiscono le nostre storie.